GIOVEDI' SANTO - Processione in Visita agli Altari della Reposizione

Meta, come le altre città e parrocchie della vecchia diocesi sorrentina, è impegnata in tre processioni, due di visita ai Sepolcri, il Giovedì Santo sera e nella notte del Venerdì ed una, con il Cristo Morto, il Venerdì Santo sera. Di queste la prima è organizzata dalla Arciconfraternita della SS. Immacolata ed i confratelli si preparano e vi partecipano con elevato spirito di devozione, senza alcun intento esibizionistico, «per esprimere il proprio atto penitenziale e farlo vivere, invitando alla meditazione ed alla preghiera anche i fedeli che vi assistono esternamente».
La processione dei «paputi» (come son detti gli incappucciati) dell'Arciconfraternita della SS. Immacolata ha subito nel corso degli anni delle variazioni di programma, specie in merito all' orario, vincolato alle funzioni religiose del Giovedì Santo. Quando la cerimonia rievocativa dell'istituzione dell'Eucarestia avveniva al mattino la processione aveva inizio alla quindici (oggi, per lo slittamento al pomeriggio delle funzioni religiose nelle chiese, la processione sfila dopo tale conclusione).
Dallo studio di Michele Russo sull'Arciconfraternita riportiamo: «Verso le quindici, gli “stoloni” che aprivano la processione varcavano la soglia dell'Oratorio di Piazza S. Maria del Lauro, recando un lampione e portando sul petto una fascia trasversale (o meglio una “stola”, da cui deriva il nome caratteristico) con l' esatta denominazione del Pio Sodalizio. Alle spalle della processione, che percorreva in gran mestizia le strade del paese si udiva, il coro, imperniato sul salmo 50 del profeta David “Miserere mei” che, intonato in stile gregoriano, volgarizzato da un “basso” o “tenore” dell' epoca, dava un grosso tono mistico a tutto l' insieme.
Allora come oggi, il tempo era tradizionalmente cupo, e i marittimi del paese si sbizzarrivano in gare di “previsioni”, mentre la lunga e silenziosa catena di pietà continuava la sua strada, per Meta, Piano ed a volte anche S. Agnello, ove rendeva omaggio ai Sepolcri delle varie Chiese. Il corteo della Passione che compiva e compie tutt' oggi la nostra Congregazione sulla dolorosa strada del Sepolcro, in cui ogni sosta nella Chiesa era una tappa di penitenza, rappresentava un pressante invito alla preghiera. Il Calvario di Cristo, che, ricordiamo, riconduce alla nostra realtà quotidiana, con la sua natura prettamente mortale ci insegna che non dovrebbero esistere razze o caste, ricchi o poveri, bensì tutti uomini, cristiani, ripagati da quella condizione umana che ci accomuna».
I confratelli con il saio ed il cappuccio bianchi, la mantellina ed il cingolo azzurri vengono inquadrati e sfilano con i simboli della passione ed i lampioni secondo un ordine prestabilito (che segue la narrazione degli Evangelisti), con un elemento diverso dalle altre processioni, al centro dei «martiri »: una «aquila romana», fra due «flagelli», a testimoniare la presenza di un «potere» che non seppe evitare la condanna a morte del Redentore.


- Testo a cura di Nino Cuomo, tratto da “Le Processioni della Settimana Santa in Penisola Sorrentina” con illustrazioni di Bruno Balsamo, Associazione Studi Storici Sorrentini, Società Editrice Napoletana presso “La Buona Stampa S.p.a” di Ercolano, marzo 1986.

- Foto a cura di "Fotomania" di Carmine Panariello - Meta di Sorrento, tratte dal sito Settimana Santa a Meta.